L’Area

Situato nell'Italia nord-orientale nella provincia di Treviso, il sito comprende la fascia collinare che dal Comune di Valdobbiadene si estende verso est fino al Comune di Vittorio Veneto, scendendo verso Conegliano, e annovera una consistente porzione del paesaggio viticolo della Denominazione di Origine Controllata e Garantita dove si produce il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG.

Il paesaggio è caratterizzato da colline, ciglioni – piccoli appezzamenti di vite su strette terrazze erbose – boschi, piccoli borghi e terreni agricoli. Per secoli, questo terreno accidentato è stato modellato e adattato dall’uomo. Dal XVII secolo l’uso dei ciglioni ha creato un particolare paesaggio a scacchiera costituito da filari di viti paralleli e verticali ai pendii. Nel XIX secolo, la tecnica bellussera di allevamento delle viti contribuì alle caratteristiche estetiche del paesaggio.

Le tre zone

Il sito “Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, si trova in Veneto, in una piccola area collinare della provincia di Treviso, dove l’interazione positiva tra uomo e ambiente ha creato un paesaggio culturale unico.

1 Core Zone

2 Buffer zone

3 Commitment zone

Core zone

La core zone ha un’estensione di 9.197,45 ha, non coincide con i confini amministrativi e comprende i territori collinari ricadenti nei Comuni di Valdobbiadene, Miane, Farra di Soligo, Pieve di Soligo, Follina, Cison di Valmarino, Refrontolo, San Pietro di Feletto, Revine Lago, Tarzo, Vidor, Vittorio Veneto. L’areale rappresenta gli attributi del paesaggio rurale, attraverso i quali si è basata prima la candidatura e poi l’iscrizione nella Lista UNESCO.

  • I principali elementi che vi si riconoscono sono:
    il sistema geomorfologico a cordonate, definito “hogback”, che caratterizza la fascia collinare tra Valdobbiadene e Vittorio Veneto, sia da un punto di vista scenografico, sia come fattore limitante per la sua secolare antropizzazione ed utilizzo agricolo;
  • la presenza diffusa della coltivazione della vite su ciglione inerbito quale soluzione adattativa originale alla forte pendenza collinare, garantendo in tal modo anche una sostenibilità idrogeologica e un’ottimizzazione delle tecniche viticole;
  • la presenza di un mosaico agrario fortemente parcellizzato e interconnesso, caratterizzato da parcelle vitate intervallate da una forte presenza di elementi boscati ed improduttivi che funzionano come un’efficace rete ecologica in grado di fornire servizi ecosistemici di qualità.

Buffer zone

La buffer zone ha un’estensione di 9.769,80 ha, non coincide con i confini amministrativi e comprende i territori collinari ricadenti oltre che in tutti gli altri Comuni della core zone anche in quelli di Conegliano, Susegana e San Vendemiano. È caratterizzata, rispetto alla core zone, da un diverso paesaggio, sempre collinare e di pregio, ma a minor pendenza.

Commitment zone

La commitment zone è un’area al di fuori della core e della buffer zone, che comprende un territorio piuttosto vasto costituito, oltre da quelli precedentemente citati, anche dai Comuni di Cappella Maggiore, Colle Umberto, Codognè, Cordignano, Fregona, Godega di Sant’Urbano, Mareno di Piave, Moriago della Battaglia, Sarmede, San Fior, Sernaglia della Battaglia, Segusino, Santa Lucia di Piave e Vazzola. L’area racchiude i Comuni che hanno aderito ad un Protocollo stipulato con la Regione, il cui scopo è seguire un regolamento comune per la gestione, la tutela e la salvaguardia del paesaggio rurale, in particolar modo quello viticolo.

Gli elementi di unicità

Hogback

L’area è caratterizzata da una particolare conformazione geomorfologica, denominata “hogback”, costituita da una serie di rilievi irti e scoscesi allungati in direzione est-ovest e intervallati da piccole valli parallele tra loro. In questo difficile ambiente, l’uomo ha saputo nei secoli adattarsi, modellando le ripide pendenze e perfezionando la propria tecnica agricola.

Ciglione

Espressione di questa capacità adattiva è il ciglione, una particolare tipologia di terrazzamento, che utilizza la terra inerbita al posto della pietra e che viene preferita ad altre sistemazioni poiché contribuisce alla solidità dei versanti e riduce l’erosione del suolo. Testimonianza dell’utilizzo del ciglione nel territorio risale alle perticazioni del XVI e XVII secolo; oggi, grazie agli studi cartografici effettuati per il sito candidato, si stima che la presenza del ciglione sia del 20% (dato 2015) rispetto al 28% del 1960. Un calo che interessa soprattutto le aree a minor pendenza, ma che conferma come nei pendii più scoscesi il ciglione sia mantenuto e scelto come tecnica migliore: il 67,33% è infatti collocato in versanti pendenti tra i 15° e 60°.

Paesaggio a mosaico

Questo lavoro di migliaia di piccoli viticoltori ha permesso la creazione di un paesaggio agrario molteplice sia nelle forme che nella composizione. Un paesaggio definito “a mosaico”, fortemente parcellizzato e interconnesso, caratterizzato da tanti piccoli appezzamenti vitati intervallati da un’importante presenza di elementi boscati ed improduttivi, che funzionano come un’efficace rete ecologica in grado di fornire servizi ecosistemici di qualità.

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