Punto di partenza :
Col San Martino
Coordinate punto di partenza :
45°53'48.8688"N 12°5'18.3876"E
Punto di arrivo :
Follina, Abbazia
Coordinate punto di arrivo :
45°57'11.4588"N 12°7'5.3328"E
Il percorso
Descrizione
Da Col San Martino ci si immette nell’itinerario n.11 “Il Sentiero delle Vedette” che ci permetterà di arrivare a Soligo passando per la chiesa di San Vigilio, simbolo di Col San Martino e icona delle colline, il Monte Moncader (470 m), il Roccolo (474 m), il Monte Pertegar (485 m), la Forcella Xocco, il Pian Serafin (470 m), le Colesìe (453 m) e il Col Vinal (450 m), la Forcella di San Martino (360 m), il Col Maor (436 m), Collagù, splendido borghetto noto per il santuario che custodisce le spoglie di Sant’Emilio Martire e di Santa Florida, quindi in discesa per il Bosco Impero fino al torrente Soligo dove si devia a nord. Qui giunge la variante di interconnessione con Pieve di Soligo (vedi itinerario n.15).
Il successivo tratto costeggia il Soligo e poco dopo prevede l’attraversamento del torrente Campea. Passando per i vigneti in località Talponade, si giunge a Premaor, quindi si prosegue a nord per strada sterrata fino ai Tre Ponti. Successivamente si passa per località Marcita e si raggiunge l’Abbazia di Follina. Pernottamento in paese.
Curiosità
Il cammino è anche l’occasione per vivere un viaggio nella storia geologica in tre diversi momenti della formazione orografica. Osservando la mappa, infatti, la linea non corre sulla stessa linea di dorsale, ma si alterna su tre diversi “hogback” della “Core Zone”:
- da Vidor fino al fiume Soligo siamo sull’hogback più vecchio dei conglomerati del Montello (quello più giovane è presso il colle di San Gallo a Soligo). Ci muoviamo su sedimenti di ambiente fluviale-deltizio (6-7 milioni di anni).
- da Follina fino a Zuel di Là si cammina invece sulle calcareniti di Castelcucco, dell’Aquitaniano (circa 22 milioni di anni), molto belle perché contengono i famosi noduli algali biancastri (concrezioni di carbonato di calcio) che si stagliano rispetto all’arenaria circostante che è grigio-bluastro; i noduli sono stati formati da alghe di ambiente marino con profondità dell’acqua di poche decine di metri.
- Il tratto da Zuel di Là a Vittorio Veneto si sposta invece sulla Formazione del Monte Baldo, del Serravalliano-Langhiano (13-14 milioni di anni) composta in prevalenza da arenarie grigie, spesso con fossili di bivalvi. Anche queste si sono formate in ambiente marino di limitata profondità ma con maggior apporto di sabbia dal continente emerso.