UNA COLLINA DI LIBRI. PAOLO MIELI A VITTORIO VENETO PRESENTA “IL SECOLO AUTORITARIO. PERCHÉ I BUONI NON VINCONO MAI”

4 Ottobre 2023, Vittorio Veneto – “Era lecito sperare che il traguardo della liberaldemocrazia fosse alla portata di tutti. Nel giro di due o tre generazioni il mondo intero avrebbe trovato il modo di concedersi libertà di pensiero, libertà di espressione, libertà di voto, libertà di culto. Ma è stata la grande illusione del secondo dopoguerra”.

Ad inaugurare il primo appuntamento di ottobre di Una Collina di Libri, la festa internazionale della letteratura sulle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, è la grande riflessione storica e giornalistica di Paolo Mieli, autore di “Il secolo autoritario. Perché i buoni non vincono mai” (Rizzoli).

Presentata a luglio, Una Collina di Libri porta per la prima volta sulle Colline Patrimonio dell’Umanità Unesco cinque speciali appuntamenti con i protagonisti assoluti della letteratura, del giornalismo e delle arti, da luglio a ottobre. La manifestazione, organizzata dall’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, con il patrocinio della Regione del Veneto, è diretta da Francesco Chiamulera, già ideatore e responsabile di Una Montagna di Libri a Cortina d’Ampezzo.

Paolo Mieli sarà protagonista venerdì 6 ottobre 2023, presso il Teatro Da Ponte di Vittorio Veneto, alle ore 19, di una conversazione con Chiamulera intorno al suo nuovissimo saggio, che torna sull’eredità che ancora scontiamo del secolo scorso. Info e prenotazioni: Tel. 388 4741241 e 0438 57695.

L’incontro. Nessuno troverebbe da ridire di fronte all’affermazione che il secolo degli autoritarismi sia stato, per antonomasia, il Novecento, con due regimi nazifascisti che hanno incendiato l’Europa e innescato la Seconda guerra mondiale e la creazione, a Oriente, di quello che diverrà il blocco sovietico, sopravvissuto fino al 1989. Paolo Mieli parte proprio dalle scintille del conflitto, dal patto Molotov-Ribbentrop e dai «protocolli segreti» che hanno segnato anche il lungo periodo postbellico (e perdurano nella retorica putiniana). Mieli identifica i temi che abitano il dibattito pubblico odierno e che dell’autoritarismo portano un inconfondibile tratto: la convivenza religiosa spesso impossibile, la violenza organizzata del nostro mondo globale, il terrorismo nelle sue forme ormai internazionali, la cancel culture che abbattendo i monumenti vuole imporre una «nuova inquisizione che induce all’autocensura». Per insinuare il dubbio che quella (in)giustificata euforia democratica sorta sulle ceneri della guerra mondiale e rinnovata dalla caduta del muro di Berlino non sia stata altro che un abbaglio collettivo: il secolo autoritario di un secolo fa dura ancora oggi.

L’autore. Paolo Mieli giornalista e storico, negli anni Settanta allievo di Renzo De Felice e Rosario Romeo, è stato giornalista a “L’Espresso”, poi a “la Repubblica” e a “La Stampa”, di cui è stato anche direttore. Dal 1992 al 1997 e dal 2004 al 2009 ha diretto il “Corriere della Sera”. Tra i suoi libri per Rizzoli, Le storie, la storia (1999), Storia e politica (2001), La goccia cinese (2002), I conti con la storia (2013), L’arma della memoria (2015) e Il caos italiano. Alle origini del nostro dissesto (2017).

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